Vino biologico e Legno, binomio vincente

Terre Margaritelli, un'azienda vinicola con un approccio sostenibile che, oltre alla produzione di vino biologico, abbraccia l'intero processo: dall'energia rinnovabile alle confezioni ecosostenibili.

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“Se potessimo produrre 300.000 bottiglie di vino, il nostro primo obiettivo non sarebbe venderle ma conoscere 50.000 persone disposte a consumare 6 bottiglie all’anno del nostro prodotto…in sintesi arrivare ad avere 50.000 nuovi amici!”

Abbiamo voluto mettere questa frase all’inizio del nostro articolo perché riassume alla perfezione la passione e la spontaneità con cui Federico Bibi ci ha raccontato dell’azienda sostenibile nella quale lavora e della quale è il “visionario” (vi spiegheremo poi perché questa definizione!).

Parliamo di Terre Margaritelli, una giovane azienda che produce un pregiatissimo vino biologico Torgiano nella fantastica terra umbra.

Il nome Margaritelli non può lasciare indifferenti perché parliamo proprio della famiglia che, da quattro generazioni, si occupa di legno in diversi ambiti, dalle traverse ferroviarie, alle pavimentazioni, da interno ed esterno, e molto altro ancora.

Proprio da qui vogliamo partire con Federico.

Un’azienda, Terre Margaritelli, dall’origine ben definita che lega il proprio nome ad un connubio speciale, legno e vino.

“Proprio così! La famiglia Margaritelli da più di un secolo produce legno in diversi ambiti con varie destinazioni d’uso: legna da ardere, pavimentazioni, rivestimenti e tanto altro.

Negli anni ‘40 l’azienda vive il momento della trasformazione industriale dai carburanti fossili (carbone) a quelli petroliferi e Fernando, il suo proprietario, ritiene esaurito il proprio impegno personale, non trovandolo più affine ai suoi obiettivi.

La decisione è quella di lasciare tutta la parte industriale dell’azienda ai suoi tre figli maschi in cambio di una vita del tutto diversa. Un appezzamento di terreno e gli strumenti per renderla fruttifera rappresenteranno da quel momento in poi il suo unico stile di vita.

Inizia così la storia agricola Margaritelli come azienda produttrice di vino.

Una parabola che ha conosciuto un momento di stasi quando, alla morte di Fernando, i figli, impegnati a 360 gradi nell’industria di legnami, non hanno potuto concedere attenzione al comparto agricolo creato dal padre che, di conseguenza, ha limitato la propria attività alla semplice produzione e vendita di uva.

Nel 2005, circa, i nipoti hanno ripreso l’idea del nonno ed hanno rimesso in moto l’azienda rendendola unica nel panorama vinicolo.

Pensiamo soltanto al fatto che essa si sviluppa su un terreno di 60 ettari a corpo unico, tutto biologico, con una produzione che si assesta oggi a 120.000 bottiglie tutte prodotte esclusivamente con uva dell’azienda, con una filiera completamente interna.”

vino biologico azienda sostenibile

Parliamo subito di quello che già ci stai accennando, una produzione interamente biologica.

“Guarda, il nostro pensiero a riguardo della sostenibilità è ben chiaro e definito in quanto, lo diciamo senza alcuna presunzione, l’azienda è nata ponendosi immediatamente la questione e facendo in modo che fosse sin da subito il cuore di essa.

La certificazione di cui ora ho il piacere di parlarvi l’abbiamo richiesta soltanto dopo 15 anni dall’inizio dell’attività, quando ci siamo resi conto che determinati concetti e comportamenti da noi sono sempre stati presenti ed attuati ma mai attestati in maniera ufficiale.

Proprio in questo periodo stiamo siglando la sottoscrizione alla certificazione Equalitas, in Vini e Viticoltura, che è quanto di più specifico e qualificante ci sia in ambito biologico per i produttori di vino.

Pensate che la conversione al vino biologico da noi è iniziata nel 2009 ma abbiamo iniziato ad utilizzare la dicitura vino biologico in etichetta in modo ufficiale solo nel 2014 perché la nostra “forma mentis” era rivolta esclusivamente al pensiero di esserlo, non tanto di dimostrarlo, poi alcuni cambi di normativa e una chiarezza più approfondita del significato di biologico ci hanno spinto a fare questo passo.

Anche la certificazione Equalitas non ci costringerà a realizzare alcuno stravolgimento nel nostro modus operandi poiché ci siamo resi conto sin da subito che già stiamo attuando tutto il necessario da diverso tempo e forse anche più del richiesto, ora si tratta solo di metterlo su carta e certificarlo.

L’approccio al sostenibile è da sempre al centro della nostra politica, dal cartone per i confezionamenti, ai tappi di sughero certificati FSC, all’eliminazione dello scotch di plastica e all’utilizzo di fornitura elettrica che proviene solo da fonti rinnovabili…insomma mancava solo un’ufficializzazione che dimostrasse i nostri comportamenti che riteniamo assolutamente necessari, soprattutto in questo ambito.”

Un legame con il territorio molto forte e un connubio molto particolare tra legno e vino

Esattamente.

La nostra terra è quella del Torgiano in cui i nostri vitigni principali Sangiovese, Cannaiolo, Grechetto e Trebbiano prosperano in maniera ideale; la famiglia Margaritelli ha iniziato la propria attività nel mondo del legno sullo stesso nostro appezzamento di terra quindi il legame è fortissimo.

Il rapporto legno/vino è esaltato dall’affinamento e fermentazione in barriques ossia il top che si possa pretendere da tale matrimonio.

Abbiamo cercato di personalizzare al massimo selezionando la foresta da cui trarre un rovere meno invasivo possibile dovendo fare i conti con le barriques che storicamente impattano molto sul legno stesso.

Ma non finisce qui, non ci limitiamo solo alla scelta della tipologia di legno ma ci occupiamo anche delle tonnellerie ossia di chi realizza le botti.

E’ un’operazione molto affascinante perché dà modo a diversi costruttori di mettersi alla prova e ci consente di verificare come la “mano” utilizzata riesca ad incidere sul risultato finale.

Ciò si sposa anche con il fatto che in un settore, il nostro, abbastanza statico, riusciamo ad essere decisamente dinamici in quanto ogni anno produciamo e sperimentiamo nuovi prodotti.

uva biologica

Margaritelli è legata alle persone che ci lavorano e che vengono definite in un modo particolare e diverso dall’usuale. La tua definizione è “Il Visionario”

Guarda in realtà chi viene a trovarci potrebbe anche definirmi un giullare di corte, vista la mia naturale predisposizione alla convivialità ed ai rapporti sinceri come un buon bicchiere di vino!

Ma, a parte gli scherzi, mi rivedo molto in questa definizione anzi faccio al proposito un piccolo inciso che ho piacere di sottolineare.

Non volevamo dare definizioni tecniche nel senso classico del termine ma abbiamo preferito presentarci secondo le nostre attitudini, ciò che ci calza meglio e nel modo in cui ognuno di noi esprime in azienda la propria personalità.

È una maniera utile per non legarci a ruoli schematici e freddi appartenenti ad un mondo che non è il nostro. La realtà che viviamo nella nostra azienda vuole essere coerente con ciò che cerchiamo di trasmettere: condivisione, rapporti e umanità.

Visionario nasce dal fatto che all’inizio mi è stata data la possibilità di poter essere un punto di riferimento all’interno dell’azienda ed avere una visione d’insieme del progetto e della strada da percorrere.

Lessi qualche tempo fa su un famoso libro di marketing dell’importanza di avere la visione chiara dell’azienda e la capacità stessa di trasmetterla all’esterno, quindi la necessità di avere un Vision Manager che aiuti in tal senso.

In questo mi ci sono ritrovato molto e per gioco mi sono calato nella veste del “Visionario”!

… e invece il “Il motore” Dario Margaritelli?

Sembra scontato che sia proprio lui il nostro motore ma lo è di fatto, sempre presente, piedi ben saldi a terra ma con la voglia e l’orgoglio di vedere crescere e consolidarsi l’azienda fondata dal Nonno.

Fa girare in sincronia tutti gli ingranaggi, del resto la sua passione per riportare in vita i motori ed ottenere da loro il massimo dell’efficienza è ben nota a tutti.

Grazie…

Federico ci ha portato in un mondo speciale e ci ha raccontato della sua azienda con un trasporto ed un’emozione unica tanto che alla fine ci siamo resi conto che non sembrava trattarsi di una telefonata ma di una chiacchierata davanti ad un buon bicchiere di vino!

Grazie a Federico e a Terre Margaritelli per il piacevole racconto.

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