Il periodo storico che stiamo attraversando ha senz’altro un impatto negativo su moltissimi aspetti della nostra vita in quanto è superfluo sottolineare i danni economici, psicologici e sociali che il Covid sta perpetrando ai nostri danni.
È altrettanto vero però che spesso da situazioni estremamente negative possono nascere delle sensibilizzazioni maggiori rispetto a certi argomenti che prima venivano trattati con superficialità, non impattando in modo così determinante nella vita di tutti i giorni.
Una delle prime cose che viene in mente, in questo momento, è l’effetto che la pandemia ha avuto in ambito ristorativo: chiusure serali, socialità azzerata, danni incalcolabili all’economia e fatturati aziendali ridotti, soprattutto per bar e ristoranti.
Asporto sì! ma con packaging take away biodegradabile e riciclabile
Per mitigare la perdita dovuta all’impossibilità di creare assembramenti all’interno dei locali si è permesso l’asporto del cibo e delle bevande generando di conseguenza un grande utilizzo di prodotti “usa e getta” che, nel rispetto dei parametri di biodegrabilità e riciclo, devono avere delle caratteristiche qualitative di un certo riguardo.
Nascono così elementi che diventano decisivi nel concetto di sostenibilità ambientale: shoppers, bicchierini, palette, cucchiaini, piatti o contenitori per il take-away.

Ciò che una volta era un prodotto usa e getta oggi è diventato un oggetto apprezzabile anche visivamente che si fa fatica a buttare via tanta è la qualità costruttiva, la ricercatezza o la personalizzazione con il quale viene progettato e realizzato.
Design, facilità di utilizzo, ergonomia e personalizzazione diventano caratteristiche che oggi differenziano un’attività anche sotto questo aspetto. Coloro che non erano preparati ad un’eventualità così impellente si sono rimboccati le maniche e hanno indirizzato le proprie risorse verso questa nuova cultura.
Abbiamo fin qui evidenziato l’ingegnerizzazione dei prodotti a livello estetico e funzionale ma ciò che più ci preme è la loro natura sostenibile, il materiale con cui vengono costruiti, la perfetta circolarità economica di cui devono essere dotati.
Le aziende che oggi comprendono la necessità di essere “green” in tutti i propri processi produttivi sono senz’altro avvantaggiate e avranno un ritorno non solo a livello di immagine ma anche economico.
Biopackaging: 6 aziende green
Green Gate fa della produzione di BioPackaging il proprio business riuscendo a produrre articoli interamente derivanti da prodotti naturali; nascono così bicchieri, contenitori, piatti e stoviglie provenienti da polpa di canna da zucchero, dall’amido di mais, da carta, cartone e legno strettamente originati da filiere certificate e responsabili.
Colpisce il grande impegno anche tecnologico che Green Gate mette al servizio della propria produzione facendone un vero e proprio mantra.
La iuta è il materiale scelto da Ecobag, azienda francese, che si occupa di imballaggi naturali.
L’idea di fondo è molto semplice, tornare indietro con la memoria ai sacchi che si utilizzavano nei secoli addietro per il trasporto, ad esempio di caffè o patate, e ridargli nuova forma e vita essendo elementi che non hanno lasciato tracce nell’ambiente in quanto perfettamente biodegradabili.
Ecobag replica nei suoi articoli lo stesso principio con un’estetica varia che spazia addirittura nel prodotto modaiolo.
Torniamo in Italia e precisamente nell’alto Lazio per parlare di Flessobags, produttori di shoppers da 40 anni la cui filosofia è già espressa nelle foto di apertura del proprio sito: una vista dall’alto di alberi con un corso d’acqua e due bambini che guardano lontano, al futuro.
Per guardarlo con fiducia e responsabilità Flessobags realizza articoli come shoppers biodegradabili o riutilizzabili, packaging alimentare e film in bobina tutti altamente biodegradabili e riciclabili.
Think Natural, lo dice il nome stesso, pensa e realizza packaging takeaway alimentare di tutti i tipi, arrivando a dettagliare l’offerta con contenitori per zuppe, sushi, per lo street food, per il gelato insomma una copertura globale per qualsiasi esigenza non tralasciando ovviamente shoppers e detergenti interamente bio.

BioPlasticTM è sulla stessa lunghezza d’onda come del resto recita il claim “stoviglie compostabili per un mondo migliore”.
La biodegrabilità della plastica che viene utilizzata è garantita dal sistema Uni13432 che certifica il completo compostaggio dei materiali utilizzati entro i 3 mesi dallo smaltimento.
Chi ha scelto una strada con connotati chiari ed evidenti è Biocannucce che, come si intuisce, si dedica alla produzione solo ed esclusivamente delle cannucce, ovviamente biodegradabili e compostabili.

Un’azienda giovane che vuole imporre comunque la propria filosofia nell’ambito green utilizzando carta e addirittura paglia come materiali naturali ad impatto zero.
Di una cosa, in definitiva, possiamo essere certi: seppur la voglia di tornare a sedersi nei nostri abituali locali, bar o ristoranti è tanta oggi possiamo apprezzare meglio lo sforzo di molte aziende di indirizzare la produzione del take-away verso un impatto ambientale pari a zero.