Negli ultimi tempi c’è una parola che rimbalza ovunque: strategia.
Tutti ne parlano. Strategie di marketing, di branding, di comunicazione. Posizionamento competitivo, missione, proposta di valore. E per carità, sono temi fondamentali: servono a dare direzione, coerenza, identità.
Ma poi, una volta che hai definito chi sei, cosa fai meglio degli altri, perché esisti, a chi ti rivolgi, cosa prometti… cosa ci fai con tutta questa roba?
Il punto è proprio questo: una strategia senza esecuzione è solo un documento ben scritto.
Il rischio è che resti lì, su una slide o in un pdf, mentre intanto servirebbe un piano di comunicazione, una campagna sponsorizzata, un contenuto per il sito, una newsletter da mandare, un modo per rispondere a chi ti scrive su Instagram.
Il problema non è la strategia. Il problema è che nessuno ti insegna a usarla davvero.
Tradurre il posizionamento in tono di voce. La missione in storytelling. La proposta di valore in un’offerta chiara. Il target in contenuti rilevanti. E poi decidere cosa fare, quando, dove e perché, con i mezzi che hai.
Perché il marketing, alla fine, è una disciplina artigiana. Parte dalla testa, ma vive nelle mani.
E nel nostro lavoro, il bello è tutto lì: creare una connessione concreta tra l’identità e l’azione. È il cuore del nostro metodo: partire dai fattori distintivi, emozionali e relazionali per costruire brand che non si limitano a pensare… ma che agiscono.
Strategia, posizionamento, missione… e poi?
Il grande divario tra teoria e pratica
Parliamoci chiaro: c’è un abisso tra il momento in cui definisci la strategia e quello in cui devi metterla in pratica. È come avere la mappa di un tesoro senza sapere come usare la bussola.
I consulenti se ne vanno, il report è pronto, tutti applaudono alla presentazione finale… e il lunedì mattina sei lì, davanti al computer, a chiederti: “E adesso? Da dove comincio?”
Questo divario tra strategia ed esecuzione è il motivo per cui tante aziende hanno splendidi documenti di posizionamento che poi non si traducono in una comunicazione distintiva.
Hanno vision e mission impeccabili che non si vedono nei loro contenuti quotidiani.
L’operatività è la vera sfida
Pensaci un attimo: quante volte hai sentito qualcuno dire “abbiamo bisogno di una strategia” quando in realtà intendeva “non sappiamo cosa fare domani”?
La verità è che l’operatività è la parte più difficile. È dove la teoria incontra la realtà dei budget limitati, dei tempi stretti, delle risorse scarse. È dove devi decidere, tra mille possibilità, cosa fare prima e cosa dopo.
Non è un caso che molte aziende si fermino alla fase strategica.
Perché è la parte più confortevole, più controllabile. L’esecuzione è imprevedibile, richiede flessibilità, adattamento continuo, correzioni di rotta.
Da “chi siamo” a “cosa facciamo lunedì”
Ecco alcuni passaggi concreti per colmare questo divario:
- Trasforma i valori in linguaggio quotidiano. Se il tuo brand vuole essere “innovativo”, cosa significa nel modo in cui rispondi ai commenti sui social? Come si traduce nelle email che mandi?
- Scomponi la strategia in micro-azioni. Non basta dire “vogliamo essere leader nel settore X”. Quali sono i tre contenuti che puoi creare questo mese per avvicinarti a quell’obiettivo?
- Crea modelli e template operativi. Un “tone of voice” astratto serve a poco. Meglio avere esempi pratici di come rispondere a un reclamo, come presentare un nuovo prodotto, come gestire una crisi.
- Imposta un calendario editoriale che rifletta le priorità strategiche. Se hai identificato tre pilastri del tuo posizionamento, come li distribuisci nei contenuti del mese?
- Stabilisci rituali di allineamento. Una riunione settimanale di 30 minuti in cui verifichi che ciò che stai per pubblicare sia coerente con il tuo posizionamento.
L’artigianato del marketing
Ecco perché parlo di “artigianato”: il marketing non è solo pensiero strategico. È anche manualità, è saper fare, è mestiere.
Come un falegname che non si limita a disegnare un mobile, ma sa anche quale legno scegliere, quali strumenti usare, come levigare, come assemblare… così il marketer deve saper tradurre un concetto astratto come “autenticità” in un post Instagram che funziona davvero.
E, come ogni artigiano, deve fare i conti con i materiali che ha a disposizione. Non tutti hanno budget illimitati o team numerosi. A volte devi arrangiarti con quello che hai.
La bellezza dell’imperfezione eseguita
C’è un aspetto che spesso viene trascurato: meglio un’esecuzione imperfetta ma coerente che una strategia perfetta mai applicata.
I brand più interessanti oggi non sono necessariamente quelli con le strategie più sofisticate, ma quelli che sanno essere riconoscibili in ogni touchpoint. Che non hanno paura di sperimentare, di sbagliare, di aggiustare il tiro.
La coerenza non significa rigidità. Significa avere una bussola che ti guida anche quando improvvisi, anche quando devi prendere decisioni rapide.
Dall’ascolto all’azione
Un’altra dimensione fondamentale: l’ascolto attivo. La strategia ti dice chi sei, ma è l’ascolto che ti dice se stai arrivando a destinazione.
Cosa dicono i clienti? Come reagiscono ai tuoi contenuti? Quali sono le domande che ti fanno più spesso? E soprattutto: come trasformi questo feedback in azioni concrete?
L’esecuzione non è un processo lineare. È circolare: agisci, ascolti, impari, aggiusti, riparti.
Costruire ponti tra visione e quotidianità
In definitiva, il vero talento nel marketing contemporaneo è saper costruire ponti tra la visione strategica e l’operatività quotidiana. È saper passare dal “perché esistiamo” al “cosa pubblichiamo domani” senza perdere di vista il quadro generale.
La strategia dà senso all’azione. Ma è l’azione che dà vita alla strategia.
E allora, la prossima volta che qualcuno ti parla di posizionamento, di purpose, di valori distintivi… la domanda da fare è: tutto bellissimo, ma lunedì mattina cosa facciamo? Come traduciamo questi concetti in contenuti, servizi, prodotti, esperienze reali?
Perché il marketing, come la vita, non si gioca sulle intenzioni. Si gioca sui fatti. Su ciò che costruisci giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, contenuto dopo contenuto.
E, alla fine, è questo che fa la differenza: non quanto è bella la tua strategia sulla carta, ma quanto sai renderla viva ogni giorno.