«Le mucche fanno mu, ma una fa muu muu»
Dimmi la verità: hai letto questa frase canticchiando e ricordando la simpatica mucca con gli occhiali da sole grigi, non è vero?
Benissimo, questo vuol dire che anche tu rientri tra le “vittime” dal sound branding.
Facciamo un gioco: prova a leggere questi nomi:
McDonald’s, Polaretti e Windows XP
Bè è impossibile non aver pensato in ordine a «Pa ra pa pa pa, I’m loving it», oppure alla famosissima «Po-po-polaretti» e infine al suono dell’accensione del proprio pc con sistema operativo Windows XP.
Potrei elencarti tantissimi melodie che portano alla mente uno specifico brand.
Bauli con lo spot natalizio «A Natale puoi»: impossibile non aver mai sentito questa colonna sonora che ormai accompagna le nostre feste dal 2008.
Oppure il jingle «Sì con Riso senza lattosio» dell’Azienda Riso Scotti, che ha permesso al brand di differenziarsi in un mercato di massa rendendo memorabili, con un ritmo estremamente coinvolgente, semplici prodotti senza lattosio.
Per non parlare di Coca-Cola, che ancora una volta ci stupisce con la sua genialità: nella loro strategia di marketing sonoro in ordine si sente il rumore di una bottiglia che viene stappata, l’effervescenza delle bollicine e chiude la voce che canta. È una comunicazione che agisce a livello di subconscio, suscitando sensazioni e innescando il desiderio di dissetarsi con una fresca Coca-Cola!
Tutto questo ha un nome: sound marketing.
Sempre più spesso la musica viene studiata per fortificare la Brand Identity stimolando l’udito: Stiamo parlando del sound branding. Dopo la vista, l’udito è il senso più usato nel marketing.
Semplice.
La musica viene pensata, studiata e realizzata con lo scopo di fortificare la Brand Identity stimolando l’udito. Il potere dei suoni inoltre supera barriere culturali e linguistiche, rendendo omogenea l’identità in ogni parte del globo, in particolare se il marchio è di fama mondiale. Dopo la vista, l’udito è il senso più usato nel marketing.
Ma come mai una canzone ci entra in testa?
In questo caso entra in gioco la scienza, nello specifico un fenomeno che si chiama, “earworm” parola che deriva dall’inglese che significa letteralmente “tarlo delle orecchie”. Si è verificato nel 98% delle persone almeno una volta nella vita.
Ma perchè sto parlando di questo fenomeno? Perchè l’earworm viene spesso collegato ai jingle pubblicitari che sentiamo ogni giorno. Infatti diciamo spesso la frase “quella pubblicità mi è entrata nella testa” e nella maggior parte dei casi in realtà è solo la melodia associata al brand che ricordiamo bene.
Quindi l’uso strategico di specifiche musiche o canzoni per un brand gioca un ruolo fondamentale, poichè permette di differenziare (positivamente, si spera) un prodotto o un brand, costruire fiducia e aumentare le vendite, stimolando l’udito.
La musica facilita l’apprendimento percettivo ed ha il grande potere di rafforzare la memorizzazione di un brand.
«Tudum»: il caso di Netflix
In merito a questo argomento, voglio parlarvi di un caso che mi ha davvero colpita, quello dell’ultima pubblicità di Netflix, lanciata per la prima volta in Italia durante Sanremo 2022 (un pò come accade in America durante il Superbowl).
Nello spot si susseguono scene di vita quotidiana che però donano a chi le sta vivendo delle sensazioni particolari, suscitando in lui l’idea di stare per vivere una storia particolare, come se fosse una serie televisiva o un film da guardare sulla nota piattaforma streaming. Un telefono che squilla all’improvviso in una stazione metro, due ragazzi che perdono la connessione mentre si trovano isolati in un bosco, due uomini che caricano uno strano oggetto in macchina, insomma una vicissitudine di storie diverse ma unite da un denominatore comune, il suono «Tudum» tipico di quando sta per iniziare qualcosa su Netflix.
Dopo le diverse scene appare su uno sfondo nero la scritta: «Quando una grande storia sta per iniziare, lo senti», riprendendo i colori caratteristici del logo, il bianco e il rosso per i caratteri su sfondo nero.
Geniale!
Sì, questo è l’aggettivo giusto per descrive ciò che hanno creato per Netflix. Un semplicissimo suono di una manciata di secondi che è entrato prepotentemente nella nostra mente, che ci permette ormai di identificare al volo la marca sia a livello visivo che sonoro.
Sound marketing, nuovi orizzonti per migliorare la customer experience dei clienti e rafforzare la brand identity.
Il marketing aziendale, come sappiamo, è alla continua ricerca di novità.
E quindi, quale sarà il futuro del sound branding? Probabilmente tra le opzioni più quotate troviamo la musica in streaming. Che cosa c’entra?
Stanno prendendo sempre più piede le playlist brandizzate, strada che qualche azienda sta già percorrendo.
Ad esempio Barilla ha creato una ‘Playlist Timer’ su Spotify che permette di tenere sotto controllo la cottura della pasta. Si seleziona il tipo di playlist in base alla pasta che si sta cuocendo, finite le canzoni è pronta la pasta! Strategia a dir poco brillante!
Possiamo quindi definire questa strategia come una evoluzione del sound branding, che permette di avvicinare ancor di più il consumatore ed entrare nella loro quotidianità.
Per i grandi brand è un modo per migliorare la customer experience dei clienti e rafforzare la brand identity.
Ovviamente per le piccole e medie imprese, attuare questa strategia di sound branding non è per niente semplice, richiederebbe uno studio profondo e investimenti importanti, però il concetto alla base è quello di rendere unico il proprio brand.
Rendere riconoscibile la tua azienda è l’unica via da percorre per influenzare positivamente gli aspetti emotivi, motivazionali e sensoriali che portano all’acquisto del prodotto.
I suoni hanno un potere emotivo: i brand utilizzano l’audio per creare connessioni durature
Il crescente utilizzo dei suoni nei contenuti video sta diventando una strategia fondamentale per i brand che vogliono lasciare un segno duraturo. Non solo le immagini e i messaggi visivi catturano l’attenzione, ma anche i suoni, con le loro tonalità e ritmi, sono in grado di suscitare emozioni profonde e sensazioni immediate. Il suono, infatti, amplifica l’esperienza dell’utente, creando un legame emotivo che permette ai brand di rimanere impressi nel cuore e nella mente del pubblico. Le melodie associate a un marchio o gli effetti sonori distintivi diventano quindi veri e propri simboli, capaci di evocare ricordi e sentimenti con un semplice ascolto.
In conclusione, il sound marketing è una strategia che si svilupperà sempre di più: siamo partiti dall’importanza del visual, attraverso elementi visivi che stimolano l’interazione con i prodotti e i servizi di un brand, oggi questo non basta più. Siamo arrivati infatti ad una stimolazione che colpisce altri sensi, come l’udito (sound marketing) e l’olfatto attraverso il marketing olfattivo.
Fai sentire la tua Azienda!